Un resoconto dell'Assemblea di Santa Maria La Palma, 23 Novembre 2011

Il dibattito per un Buon Governo ad Alghero inizia il suo giro nelle borgate e nell’agro (che nell’ insieme contano 3000 abitanti di cui un 10% produttivo) con l’incontro pubblico di mercoledì 23 novembre, tenutosi presso il Centro Sociale/Biblioteca di S. M. La Palma.

In una sala affollata, prende la parola Sergio Melis che, con molta determinazione, ribadisce che è finito il tempo della “lista della spesa”, dell’elencazione di tutti i problemi, ormai noti all’Amministrazione e mai risolti. C’è bisogno di un progetto di sviluppo economico complessivo per la città di Alghero, che comprenda anche le borgate e l’agro. Abbiamo bisogno di scelte politiche fino ad ora mai fatte.

Dalla nascita della borgata gli unici investimenti fatti sono quelli della Giunta Sechi, che hanno messo le basi per la costruzione della scuola, della palestra, per le opere di urbanizzazione. Da allora più niente.

Gavino Delrio si domanda cosa pensino gli Amministratori della Nurra, se intendano mantenere vivo il progetto agro-alimentare, che è utile anche per lo sviluppo turistico, o se abbiamo altre intenzioni. Sarebbe un errore abbandonare la vocazione agricola di questo territorio, ribadisce Tore Scala. Abbiamo bisogno di un progetto politico che favorisca la produzione dei prodotti locali, la promozione sul mercato, la commercializzazione.

Anche l’intervento di Nino Sanna si sofferma sulla necessità di un progetto, elaborato insieme a chi nell’ agro e nelle borgate ci vive e conosce bene le potenzialità, le priorità. Un progetto frutto di una approfondita conoscenza del territorio, sia sul piano urbanistico che agricolo, che, una volta elaborato, deve passare da una amministrazione all’altra per essere attuato, senza che venga rimesso in discussione ad ogni cambio di Giunta.

Ad oggi non abbiamo un progetto Nurra del Comune di Sassari, non c’è un progetto del Comune di Alghero, non abbiamo una Provincia che faccia sintesi su questo tema. E’ stato un errore aver affidato ad altri il progetto di sviluppo dell’agro e delle borgate, progetto che avrebbero dovuto elaborare gli stessi destinatari dice Andrea Tilocca.

Quei destinatari spesso sono tenuti all’oscuro di quel che accade nel proprio territorio, come nel caso della distribuzione dei reflui in agricoltura, di cui gli agricoltori non erano stati informati. Quando gli amministratori non si confrontano con gli agricoltori, neanche in presenza di un grave problema, anche di carattere sanitario, vuol dire che l’amministrazione ha molto da nascondere.

Per questo, dice chiara Rosnati, è necessario che gli agricoltori si uniscano per chiedere con forza un uso irriguo adeguato al suolo ed essere accompagnati nel percorso di utilizzo con una adeguata informazione.

Giovanni Cocco, di Guardia Grande, evidenzia il completo disinteresse dell’Amministrazione in carica e il rischio di un progressivo spopolamento delle borgate, con allontanamento soprattutto dei più giovani che non hanno la possibilità di costruire la propria casa vicino ai genitori.
Se i giovani vanno via, le borgate muoiono.

Edoardo Scanu si contrappone al Cocco sottolineando che i poderi sono piccoli e sono già saturi di case (Cocco dice di essere stato frainteso perché quando parlava di edificabilità si riferiva ai centri già urbanizzati e non all’agro dove anch’egli è contrario a nuove costruzioni). E’ necessario stabilire il futuro della Nurra algherese per garantire un futuro di interesse generale, e questo è più facile ottenerlo con un rappresentate delle borgate in Consiglio Comunale.

Ivan Blecic puntualizza che è possibile consentire lo sviluppo delle borgate mettendo un freno alla speculazione. Se si costruisce una casa per il proprio figlio con un sistema di agevolazioni, deve essere proibito rivenderla sei mesi dopo a prezzo triplicato e, in ogni caso, il Comune deve avere diritto di prelazione con possibilità di acquisto a prezzi sociali. In questo modo, aggiunge Maria Graziella Serra, si evita di favorire gli interessi privati a discapito di quelli collettivi.

Gianfranca Pirisi è del parere che le terre dell’agro debbano ritornare ad essere redditizie. Se ci si accorgesse che dietro una città c’è anche una campagna, forse le cose andrebbero meglio per tutti. I recenti eventi climatici ci hanno dimostrato, continua, che l’abbandono delle campagne crea gravi danni perché viene a mancare la sorveglianza sul territorio. La Sardegna attualmente non produce neanche il 40% di quel che mangia. C’è un grande problema di sovranità alimentare. Bisogna ritornare a concepire il terreno come zona produttiva e non solo come area fabbricabile.

Elena Riva parla della necessità di riqualificazione del territorio sul piano ambientale. Vincenzo Morello esprime tutto il proprio distacco dalla politica e la sua impossibilità di riuscire ad identificarsi in una qualche classe politica dirigente.
Anna Marotto è del parere che i problemi dell’agro non sono e non possono essere disgiunti da quelli del centro urbano.

Valdo Di Nolfo osserva che nonostante ci sia un assessorato apposito, manca l’ascolto degli abitanti dell’agro. Domenico Canu sottolinea che prima del diritto alla casa viene il diritto al lavoro. La trasformazioni delle abitazioni in B&B, in agriturismo, comportano un abbandono dell’attività primaria.
Nino Sanna ribadisce che i poderi devono stare dentro il parco.

Sergio Melis, che chiude gli interventi nel ribadisce che gli abitanti dell’agro e delle borgate non faranno più i “portatori d’acqua” della città e, in caso interessi non condivisi, i nostri voti, circa 1000, verranno canalizzati per riuscire ad eleggere 2 rappresentanti di maggioranza e 2 di opposizione, evitando la parcellizzazione che sino ad ora non ha permesso di avere un’adeguata rappresentanza in consiglio comunale.

Paola Correddu, a nome dei garanti, nelle conclusioni finali sottolinea come il destino di Alghero sia strettamente legato a quello dell’agro e da qui la necessità di un progetto complessivo e lungimirante in grado di prevedere lo sviluppo futuro urbano ed extraurbano a breve-medio-lungo termine.
E’ necessario avere un progetto capace di prevedere l’evoluzione degli eventi e quindi di prevenire determinati scenari. Altrimenti ci si riduce a risolvere problemi contingenti che potevano essere evitati. L’utilizzo dei reflui in agricoltura e le gravi conseguenze che ciò sta generando ne sono un esempio.

Parlare di agro significa parlare non solo di agricoltura ma anche di economia, turismo, lavoro. Ecco perché il progetto di sviluppo economico richiesto in questo incontro da tutti gli intervenuti, anche con un documento, ha un valore strategico di cui la prossima Amministrazione dovrebbe tenere conto.

Alcune immagini dall’incontro, che possono essere liberamente utilizzata e diffuse dai media e da chiunque, sono disponibili online.

Posta un commento